Dettaglio
On Kawara
I got up
1970
1 - ∞ : L’estetica del tempo
08.08.2020

“1 – ∞: L’estetica del tempo” è l’ultimo di tre appuntamenti che si avvicendano tra giugno e agosto 2020 per presentarvi la collezione di Antonio Dalle Nogare. Questa trilogia mostrerà, in modo lineare ma non necessariamente cronologico, come nascono le opere degli artisti esposti in collezione, guardando alle stesse tematiche da diverse angolazioni e rispecchiando la società del proprio tempo.
La nascita dell’arte concettuale, vista attraverso tre opere dell’artista Robert Barry, era il tema del primo capitolo della Summer Series; il secondo appuntamento era invece incentrato sul tema del corpo – quello dell’artista o dello spettatore – finalmente al centro della pratica artistica, dall’Happening alla Body Art, prendendo in analisi opere di Ana Mendieta, Charles Atlas e altri.
Nel capitolo conclusivo di questa Summer Series ci dedichiamo ad un tema tangibile ed emozionante dell’arte contemporanea: il tempo. Tempo visto come affermazione da parte dell’artista della caducità della propria esistenza, come vero e proprio medium o mezzo creativo, o come soggetto di un’opera in quanto tale. Il tempo come progetto di vita, come strumento per illustrare storie o per scavare nel passato. Da Roman Opalka a On Kawara, vedremo come i singoli artisti presenti nella collezione Antonio Dalle Nogare utilizzino in maniera del tutto personale il concetto di Tempo nelle proprie opere.
Per garantire la sicurezza di tutti i visitatori, la partecipazione al percorso guidato di sabato 8 agosto è solo su prenotazione, scrivendo una email a visit@fondazioneantoniodallenogare.com oppure chiamando il numero 0471 971 626.
Alle 10.00 avrà luogo il percorso guidato in lingua italiana, alle 11.30 in lingua tedesca.
In concomitanza alla visita guidata, la proiezione online di „Manifesto“ di Julian Rosefeldt. Il film che vede l’attrice Cate Blanchett vestire i panni di tredici diversi personaggi per interpretare altrettanti manifesti sul concetto di arte, riprende le tematiche affrontate durante il percorso della visita guidata. Nella giornata dell’8 agosto sarà possibile vedere il film gratuitamente in streaming per 24 ore tramite il sito della Fondazione.
Anche per i più piccoli, vi proponiamo un laboratorio a tema – potete scaricarlo QUI oppure trovarlo in Fondazione durante la visita.
Per approfondire le tematiche del percorso guidato speciale, troverete sul sito ulteriori contenuti e documenti, oltre a una bibliografia essenziale.
Questa tesi esplora i molteplici tempi, le durate e le cronologie dell’arte contemporanea. Essa sostiene che le pratiche artistiche recenti hanno impegnato il tempo come una figura molteplice: una dimensione fenomenica che assume una moltitudine di forme e significati diversi. Il tempo è sia una dimensione fisica dell’universo che un processo dinamico e fluttuante di cambiamento.
Questo testo è la trascrizione di una conferenza tenuta da Bourriaud durante la sua visita in Israele nel dicembre 2012. La conferenza è stata organizzata dal programma del MAE dell’Accademia delle Arti di Bezalel.
Il primo dei principali lavori land art di Smithson progettato per esistere esclusivamente all’esterno, Asphalt Rundown è una dimostrazione di quella che Smithson chiamava la “struttura cristallina del tempo”.
Nel 1993, in una decisione senza precedenti nella sua opera, Kawara ha trasformato One Million Years (Future) da stato scritto a stato registrato. L’impulso per questa metamorfosi fu una mostra per il Dia Center for the Arts che si svolse dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre dello stesso anno. La mostra era composta da tre parti, una selezione di mille Today paintings, i dieci volumi di One Million Years (Past) e la registrazione di One million Years (Future), in cui una voce maschile e femminile contano continuamente, anno dopo anno, nel futuro.
Tre curatori discutono dell’arte di On Kawara e della mostra On Kawara-Silence al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, che comprende ogni categoria di opere realizzate dall’artista tra il 1963 e il 2014.
L’artista danese Danh Vo, nato in Vietnam, attinge spesso alla propria esperienza personale per indagare temi storici, sociali o politici più ampi, in particolare quelli relativi al Vietnam verso la fine del XX secolo. In questo episodio, “Brilliant Ideas” guarda all’uso che Vo fa della sua firma degli oggetti trovati (spesso ricchi di significato emotivo o storico), e a come la sua vita e quella della sua famiglia, degli amici e di altri artisti siano parte della sua arte.
Vincenzo de Bellis intervista Rayyane Tabet all’interno della sua installazione “FAULT LINE” presentata presso la Fondazione Antonio Dalle Nogare in 2018
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